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POMPE DI CALORE: L'ITALIA E' IL SECONDO MERCATO IN EUROPA

Il mercato italiano delle pompe di calore è stato caratterizzato da due andamenti ben distinti.

Il settore residenziale, dopo la crescita del 2022 indotta dal Superbonus 110% e dalle preoccupazioni legate alla disponibilità di gas a causa del conflitto tra Russia e Ucraina, ha sofferto pesantemente nel corso del 2023 la frenata degli incentivi.

D’altra parte, il settore terziario commerciale ha rappresentato un contraltare positivo, registrando crescite a doppia cifra soprattutto per le pompe di calore con potenza superiore ai 17 kW.

È quello che emerge dall’indagine annuale di Assoclima, condotta dall’Ufficio Statistica Anima Confindustria, prendendo in considerazione i dati di produzione, importazione, esportazione e fatturato Italia di climatizzatori d’ambiente, sistemi monosplit, multisplit e VRF, condizionatori packaged e roof top, pompe di calore, gruppi frigoriferi con condensazione ad aria e ad acqua, unità di trattamento aria, sistemi di ventilazione meccanica controllata, unità terminali, apparecchi ibridi e per la produzione di acqua calda sanitaria.

Il mercato italiano delle pompe di calore è stato caratterizzato da due andamenti ben distinti.

Il settore residenziale, dopo la crescita del 2022 indotta dal Superbonus 110% e dalle preoccupazioni legate alla disponibilità di gas a causa del conflitto tra Russia e Ucraina, ha sofferto pesantemente nel corso del 2023 la frenata degli incentivi.

D’altra parte, il settore terziario commerciale ha rappresentato un contraltare positivo, registrando crescite a doppia cifra soprattutto per le pompe di calore con potenza superiore ai 17 kW.

È quello che emerge dall’indagine annuale di Assoclima, condotta dall’Ufficio Statistica Anima Confindustria, prendendo in considerazione i dati di produzione, importazione, esportazione e fatturato Italia di climatizzatori d’ambiente, sistemi monosplit, multisplit e VRF, condizionatori packaged e roof top, pompe di calore, gruppi frigoriferi con condensazione ad aria e ad acqua, unità di trattamento aria, sistemi di ventilazione meccanica controllata, unità terminali, apparecchi ibridi e per la produzione di acqua calda sanitaria.

I dati Anima per Assoclima mostrano l’evidente frenata nelle vendite, dovuta in larga parte al depotenziamento dei bonus di efficientamento energetico nell’edilizia, paragonando i dati di febbraio 2023 e 2024. Sommando i dispositivi reversibili monoblocco e quelli split con e senza accumulo di acqua calda sanitaria si ottengono 8.419 installazioni alla fine di febbraio 2024, contro i 16.506 in riferimento allo stesso mese dello scorso anno. Una diminuzione del 49%

Guardando ai dati Italiani in una cornice europea emerge che il nostro Paese è il secondo mercato continentale per le pompe di calore, dietro la Francia.

La Francia nel 2023 ha visto le vendite attestarsi a 610.830 unità, mentre nel 2022 erano 621.780 (-2%). L’Italia, come detto, segue con le 513.530 unità vendute del 2022 e le 343.800 del 2023 (-33%). Lo stock complessivo alla fine dello scorso anno vede il nostro Paese con 3.580.896 dispositivi (le vendite hanno inciso per un aumento dell’11%) dietro Parigi con 4.863.569 unità (+14%).

Se si guarda però alla concentrazione di pompe di calore per mille abitazioni, la classifica si stravolge. In testa ci sono i Paesi del Nord Europa: guida la Norvegia con 665,5 dispositivi, poi Finlandia (533,5), Svezia (437,5), Estonia (350,1), Danimarca (226), Francia (156,6) e Svizzera (155). L’Italia è settima con 138,9, poco sopra la media Ue ferma a 130,6.

Fonte: qualenergia

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